Rebetiko, possiamo dire “kalos kai agathos”

Visitato: Aprile 2025

Il ristorantino greco di stasera si tova vicinissimo all’Arco della Pace.
Nonostante l’imparcheggiabilità della zona, Chiara, come al solito, mi vizia trasformandosi in tassista e scaricandomi a pochi metri dal posto.
Questo piccolo locale presenta diverse modalità di arredamento: le pareti mi fanno pensare a uno stile industriale perché hanno un muro a vista, le luci sono in maggioranza di piccole dimensioni anche se ce ne sono alcune piò grandi, sono presenti alcune candele, ci sono appese diverse fotografie e, addirittura, è presente anche un pianoforte.
Non tutti questi elementi mi piacciono ma, indubbiamente, questo melting pot non ti fa annoiare.
Ad ogni modo, il nome Rebetiko (ribelle), mi pare azzeccato per il ristorante che sicuramente si presenta ai clienti con un interno insolito.
Venendo alla cena inizio, ovviamente, con Feta con sesamo e miele: viene servita in una ciotola bollente ed è molto buona.
Il miele non si sente tantissimo ma, immagino, lo chef non abbia voluto esagerare con il dolce di quest’ingrediente vanificando così l’equilibrio del piatto con il salato della feta.
In seguito è il turno del polpo con una crema di fave.
Il pesce è sicuramente fresco e assolutamente non gommoso.
Un piccolo contorno di purè di patate completa il piatto
Noto con disappunto che, negli ultimi due ristoranti in cui sono stato, i secondi non prevedono quasi mai un contorno di dimensioni degne di questo nome.
Peccato perché, i 19 euro del piatto, sarebbero ottimi per una porzione normale di polpo.
Chiaramente se il cliente deve anche ordinare un contorno la cosa si fa più impegnativa.
Il dolce è il piatto che mi ha convinto di meno di questa cena; si tratta di un semifreddo a base di pasta fillo, crema pasticcera, farina di frumento e Mastika.
Il sapore era buono ma, secondo me, ci si mette di più a spiegare quello che hai nel piatto che a mangiarlo ( decisamente piccolo).
Buon servizio: nessuna fretta nelle ordinazioni, sebbene siamo stati lunghi a scegliere cosa prendere, e mi hanno cambiato subito una forchetta che avevo fatto cadere a terra.
Questa taverna, inizialmente, non mi ha colpito..Poi, però, mi sono ricreduto e bisogna fare i complimenti ai proprietari per come hanno messo una dozzina di tavoli in questo posto dagli spazi angusti.
Nel complesso una buona cena di una cucina a me sconosciuta ( a parte il dolce che non è stata una degna conclusione della serata).
Il conto è stato generosamente pagato da Chiara e quindi non so valutarlo.
Location: 7
Menù:  8
Servizio: 7
Conto: ?

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