Una famiglia borghese festeggia da Borghese

Visitato: Gennaio 2025

L’eredità del Natale appena trascorso è una cena che avevo regalato ai miei dal celebre chef.
Per prenotare di sera  è “bastato” prenotare a inizio dicembre non appena i ragazzi che curano gli ordini hanno avuto a disposizione l’agenda del nuovo anno.
Fin  dal principio ti sembra di essere immerso nella celebre trasmissione televisiva: infatti ti chiedono subito se, qualcuno dei commensali, ha delle allergie.
Il menù è disponibile sul sito e cambia  di continuo in funzione della stagionalità dei prodotti ( sarà vero?).
Il giorno prima di andare a cena mi mandano, inizialmente, una mail di conferma per poi telefonarti per essere rassicurati sulla tua reale presenza: insomma, mi sento quasi come se dovessi andare al Quirinale da Mattarella!
Venendo al pasto comincio con una specialità piacentina, i pisarei el Faso.
Sono degli gnocchetti ripieni con una salsa di fagioli, una di pomodori e una terza di parmigiano.
Il piatto è sicuramente buono e presentato a regola d’arte ma trovo due piccoli difetti:  a livello quantitativo sei pisarei sono, secondo me, leggermente pochi (5) e non riescono a riempire il grande piatto con cui vengono serviti.
Inoltre, le salse e il ripieno della pasta, ti fanno sentire un’esplosione di sapori ma alcune sono molto buone, altre sono dal gusto non riconoscibile e comunque superflue.
Segue un tonno alalunga servito, anche qui, con diverse salsine tra cui una allo yogurt,
Qui saliamo di livello rispetto al primo. il pesce è buono e servito in modo meno complesso rispetto al piatto precedente ( lo preferisco così e per me vale la regola “Less is more”).
Concludo con un buon tiramisù sferico, sempre di dimensioni medio – piccola, servito in modo particolare in quanto è una piccola pallina, che, tagliandola con il coltello,  fa fuoriuscire il caffè.
Il servizio viene portato avanti da una ragazza che, come tutti i suoi colleghi, si veste una specie di Kimono brandizzato.
Nel complesso se la cava abbastanza bene ( tranne che si dimentica di mettere in tavola un coltello per tagliare i pisarei),
La location è moderna con luci soffuse e delle poltrone che non mi fanno impazzire esteticamente ma cono molto comode.
Il vero problema è l’acustica non sufficientemente isolata: nel concreto senti a fatica quello che dicono gli altri commensali.
Interessante, invece, l’idea della cucina a vista.
Quanto al conto, trattandosi di un regalo, si può evitare la questione semplicemente dicendo che “A caval donato non si guarda in bocca”.
Vi basti sapere che si paga decisamente una bella cifra per una buona cena ma senza aver mangiato piatti indimenticabili.

Location: 6
Menù: 7.5
Servizio: 7
Conto: ?


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